mercoledì 10 novembre 2010

IL CENTRO DIURNO PSICORIABILITATIVO RODARI: QUALI LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO?

Il 22 settembre scorso davanti alla IV Commissione Consiliare della Municipalità il Dott. Ramacciotti, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale, ha risposto alle richieste di informazioni sul funzionamento del Centro Diurno psicoriabilitativo avente sede nei locali dell’ex scuola “G. Rodari” in Via delle Muneghe, a Favaro Veneto.
Il recente progetto-obiettivo regionale per la salute mentale 2010-2012 prevede infatti la riorganizzazione del Dipartimento di Salute Mentale attraverso la distribuzione delle sedi del Centro di salute mentale coerentemente con quella dei distretti (Mestre Nord e Mestre Sud): precisamente rimarrebbe la sede di Via Miranese ed una seconda dovrebbe collocarsi nella struttura di Via delle Muneghe.
Allo stesso modo, per meglio rispondere alle esigenze di cura della popolazione, dovrebbe essere creato una secondo Centro Diurno in Via Miranese oltre a quello di Via delle Muneghe, in modo tale che ciascun distretto abbia il suo centro diurno ed il suo centro di salute mentale.
Il Dott. Ramacciotti poi ha chiarito come la funzione del Centro Diurno, che attualmente serve tutta la terraferma dell’ULSS 12, sia quella di riabilitare e non di sollevare il carico familiare ed ha precisato, altresì, che non rientrano tra le competenze del centro diurno la tossicodipendenza, la demenza e l’handikapp.
E’ intervenuto al medesimo incontro il Dott. Busetto, Direttore del Centro Diurno, il quale ha fatto presente che il progetto-obiettivo regionale di riorganizzazione deve necessariamente essere calato nella realtà: la malattia mentale infatti mette in crisi tutti i saperi, non è una malattia come le altre.
La realizzazione del progetto-obiettivo non può prescindere quindi dalla ricerca di un nuovo rapporto con il paziente, di nuovi spazi in cui operare cercando percorsi per realizzare i progetti di vita dei pazienti stessi e rispondere alla loro domanda di cura.
L’utenza è cambiata ed è cambiata la domanda, anche l’età dei pazienti si è notevolmente abbassata.
Ribadisce il Dott. Busetto che lo spostamento del riferimento per il paziente dal medico terapeuta all’equipe del Centro Rodari è stata un’esperienza positiva e sicuramente migliorativa rispetto alla prospettiva ospedaliera e che per questo deve essere sostenuta.
Il Centro Rodari è anche un esempio di integrazione, in quanto da circa 12 anni svolge la sua attività negli spazi del Comune e collabora la Municipalità e con gli artigiani ed i commercianti della zona, che danno il loro contributo come volontariato.
Per tutto questo la Municipalità chiede alla ULSS di essere coinvolta concretamente nell’attuazione del progetto-obiettivo ed insiste per conoscere le sinergie che saranno attuate con il nuovo Distretto sanitario in fase di realizzazione.
Se il Dott. Ramacciotti assicura che il Centro Rodari non si chiuderà, sarà certamente cura della Municipalità monitorare affinchè la positiva esperienza fin qui maturata in tutti questi anni dal Centro Diurno rimanga un’eccellenza sul nostro territorio ed il Centro Rodari possa anzi migliorare la sua offerta di cura per i pazienti e continuare ad essere un luogo dove si possa concretamente recuperare la speranza di vivere una vita piena e migliore.

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